I carabinieri Stronati, Bedini e Varone
… L’orologio pubblico suonava le 9% antimeridiane: un improvviso rombo, uno scroscio spaventevole come di un monte di roccia che saltasse in aria per mine, la caserma che traballa, i vetri delle finestre che crepitano fortemente, scuotono di soprassalto dalle sue occupazioni il carabiniere Strona ti Giuseppe, il quale, rimasto attonito per breve istante, corre alla finestra. L’aria era letteralmente oscurata da un fitto polverio di calcinaccio, che non solo impediva la vista ad un palmo innanzi a sé, ma non consentiva di tenere aperti gli occhi e mezzava il respiro.
Il gridio della gente spaventata e tutto quel finimondo rivelò immantimente al carabiniere Stronati il genere di disastro ch’era accaduto.
Dalla direzione donde è venuto il fracasso non v’ha dubbio, egli dice tra sé, che la casa delle Vannini e della vedova Angelucci è crollata. Oh! Era da prevedersi che quel vecchio e mal costruito casamento o prima o poi dovesse finire cosi! Corriamo subito là: speriamo che non vi sian vittime da deplorare.
In men che non si dice il bravo carabiniere ha attraversato quell’atmosfera di polverone ed eccolo là dinanzi all’immenso cumulo delle macerie; l’edificio era crollato si può dire dalle fondamenta: da qualche tratto di muro ritto, travi, travicelli, masserizie e qualche breve spazio di pavimento si vedeva ancora penzolare dall’alto. Quale orrore! Da uno di questi spazi sospesi su di un orribile precipizio si offre alla vista un letticciuolo su Clli giace una giovinetta, unica persona colta in casa dal disastro.
E la misera invoca soccorso con i gemiti i più compassionevoli, i più strazianti. A tale miserando spettacolo il carabiniere Stronati non esita un minuto: i muri sono traballanti, ond’è da ritenersi che appena toccati rovinino, i rottami seguitano a cadere per ogni dove, ma che importa? La voce dell’umanità, della filantropia, il sentimento generoso hanno fatto tacere in esso ogni istinto della propria conservazione. Afferrata lma scala, l’appoggia al muro cadente e su per i piuoli. A tanta audacia, gli astanti attoniti trattengono il respiro, non battono più palpebra, ma nessuno osa avvicinarsi per sorreggere la scala all’animoso militare. Questi arriva alletto della malata; se la carica sulle spalle e ridiscende la scala, per fortuna fortemente sorretta dai due carabinieri Bedini Domenico e Varone Michele in quel momento sopraggiunti. Anche questi fanno atto di gran coraggio esponendosi a rimanere schiacciati dalle rovine e coadiuvano il loro collega nella difficilissima discesa, aiutando a compiere il coraggioso e splendido salvataggio ….
IL CARABINIERE Ciomale settimanale illustrato 28.07.1883
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