Fuori dalla cinta muraria, poco distante da PORTA ROMANA, in una valletta appartata solcata da un piccolo ruscello, si ergono le membrature architettoniche del cosiddetto NINFEO BRAMANTE; la struttura, d’impianto rinascimentale, presenta un fronte aperto su una loggia, tre serliane che separano il podio rialzato ed una sala ottagona ad uso termale; il singolare complesso, ornato di conchiglie, oculi e nicchie, esprime tematiche bramantesche tanto cariche di quel classicismo romano intrapreso nei primi anni del Cinquecento, restando un esempio eccezionale, un gioiello architettonico che ha in siti tutti i concetti della “Rinascenza”; il complesso fu concepito certamente come luogo di rappresentazioni teatrali e di pubbliche feste.
Entrando dalla medievale merlata Porta Romana, subito a destra, troviamo la CHIESA DI SANTA CROCE, risalente al secolo X, attualmente sacrario dei Caduti, all’interno della quale vi sono quattro bellissimi cicli di affreschi, il più antico dei quali viene attribuito a Magister Conxulus di Subiaco (secolo XIII). Più avanti notiamo l’ampliamento dell’abitato, il borgo, eseguito nel secolo XVI, fino ad arrivare alla PORTA DI SAN BIAGIO che nel XIII secolo costituiva l’inizio del paese, guarnita da una massiccia torre di difesa con finestra bifora; vicino è l’antico edificio delle carceri con beccatelli trecenteschi che ornano il fronte sulla strada; un’edicola sacra con affresco seicentesco raffigurante la Madonna di Loreto con bambino, portati in volo da due angeli, sormonta la seconda porta. La CHIESA DI SAN PAOLO, risalente al XIII secolo, con il bellissimo campanile romanico a torre quadrata con quattro ordini di celle trilobe, decorato con bacini, svetta sulla piazza al centro del paese; all’interno un’interessante serliana di tipo rinascimentale, con oculi contenenti busti degli Apostoli, divide la navata dal presbiterio. Sulla via omonima al n. 34 troviamo la CASA DEI BRANCALEONE, già residenza del celebre cavaliere Giovanni, uno dei tredici vittoriosi campioni d’armi alla “Disfida di Barletta”; palazzo strutturalmente elegante, con loggia tamponata sul vicolo e bel portale d’ingresso a tutto sesto in travertino e cornice ornata di draghi ad ali aperte che muovono verso lo scudo araldico (asportato). Il SANTUARIO DELLA MADONNA DEL BUON CONSIGLIO, gloria di Genazzano e mèta frequentatissima di migliaia di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, custodisce l’immagine della Madonna con Bambino staccatasi prodigiosamente da una chiesa di Scutari d’Albania all’arrivo dei musulmani, ed apparsa miracolosamente nel vespro del 25 aprile 1467, come vuole la tradizione; la chiesa di origine medievale, le cui tracce evidenti si trovano nelle strutture della cripta sottostante l’attuale navata centrale, compare menzionata nelle conventiones stipulate nel 1277; nel 1356 la parrocchia di S. Maria fu affidata dal principe Pietro IV di Giordano Colonna agli Agostiniani; l’attuale tempio, edificato tra il 1621 e il 1629, conserva nella facciata l’antico portale quattrocentesco di Andrea Bregno; l’interno, dalle linee armoniose, impreziosite di marmi e stucchi, con pitture del Fontana, del Piatti, del Monti, del Vannutelli, del Caroselli e del Ricci, è a tre navate, costruito dall’architetto Domenico D’Ottavio; in fondo a quella di sinistra sotto una ricca tribuna di marmo donata da Antonio Colonna, sorretta da preziose colonne tortili di basalto provenienti dalla villa imperiale degli Antonini, è il tempietto in rame dorato dove è allogata la venerata immagine di squisita commovente esecuzione; il complesso architettonico e scultoreo dell’insieme è attribuito ad Andrea Bregno e alla sua scuola; sul fondo della navata di destra l’altare del Crocifisso di Scuola Romana della fine del ‘400; l’affresco, ferito al tempo di Paolo III da un soldato, sanguinò in più punti; la spada che all’atto del sacrilegio si contorse spontaneamente è custodita nella nicchia contigua; pregevolissima la balaustra di scuola berniniana in marmo bianco con angeli e panneggi; di grande rilievo l’altare maggiore, opera settecentesca del Colombi e del Calderari; nell’aula “ “il corpo del B. Stefano Bellesini, parroco del Santuario, morto vittima di carità nel 1839 durante un’epidemia e beatificato da San Pio X; originale la scala marmorea del pulpito scolpita dal Bibolotti in un monolite di 17 tonnellate; nell’aula per le confessioni è conservata la campana donata nel 1426 da Giovanni di Nocera, marito della Beata Petruccia, che secondo la tradizione suonò da sola all’apparire della Madonna. Proseguendo lungo il Corso C. Vannutelli a sinistra è la bellissima CASA APOLLONI di stile ogivale (XIV-XV secolo) con magnifiche bifore, dove sarebbe nato papa Martino V. Nella casa dirimpetto altra bellissima bifora. Situata sotto il castello la CHIESA DI SAN GIOVANNI, ad unica navata con quattro cappelle e un campanile con basamento trecentesco in tufelli e bifore murate; conserva all’interno un fonte battesimale con quattrocentesca cupola lignea a base ottagonale con lanterna ed una marmorea acquasantiera scolpita a bassorilievo del XV secolo. Adiacente al castello, la CHIESA DI SAN NICOLA, risalente al XIII secolo, situata internamente alla rocca conserva una bellissima pavimentazione cosmatesca in opus tassellatum girato intorno a grandi ruote; fu accorciata e rinnovata nel 1616 per volere di Filippo I Colonna intento a porre il castello come fondale del rettificato asse urbano. Chiude il paese l’imponente CASTELLO COLONNA, fondato nell’XI secolo nella zona più elevata dello sperone collinare come semplice insediamento difensivo, fu riorganizzato nella seconda metà del XIII secolo da Pietro Colonna, quale rilevante fortezza richiusa da spessa muraglia con due torri diagonali di difesa e due fossati; nel 1426 papa Martino V Colonna, demolendo parte del vecchio castello, fece costruire nell’ala occidentale un edificio tipologicamente più vicino al palazzo con finestre crociate al piano nobile; gravemente danneggiato durante la guerra, nel 1943, da una squadriglia della RAF, l’Amministrazione Comunale l’ha acquistato nel 1979 e nell’ultimo decennio è stato completamente restaurato. Nella parte retrostante, oltre il ponte, nel “Parco degli Elcini” troviamo i resti dell’ACQUEDOTTO CLAUDIO
e, proseguendo, la CHIESA CONVENTUALE DI SAN PIO, organizzati ad un cortile interno, edificata nella metà dei secoli XV e XVII sopra i resti di una villa romana; il portale marmoreo sotto il portico, riporta incisa un’iscrizione riferita a Pio II Piccolomini; le lunette del chiostro sono decorate con affreschi di Vincenzo Manenti raffiguranti le storie della vita di San Francesco.
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